Anno 2005/1
Rivista di Analisi e Teoria Musicale
Anno XI n. 1, 2005
Nuove letture di teoria e analisi
a cura di Rossana Dalmonte
SOMMARIO
Rossana Dalmonte, Presentazione, pp. IX-XIII
Riferimenti bibliografici, pag. XIV
Yizhak Sadaï,
Traité de sujets musicaux. Vers une épistémologie musicale
Gaetano Stella, Invito alla lettura, pp. 5-14
Mario Baroni, Intuizione vs. Analisi, pp. 15-23
Riferimenti bibliografici, pag. 24
John Butt,
Playing with history. The historical approach to musical performance
Luca Conti, La trama in trasparenza, pp. 27-40
Rossana Dalmonte, John Butt’s playing with history, ovvero le tante facce dell’interpretazione, pp. 41-45
Riferimenti bibliografici, pag. 46
Harris M. Berger – Giovanna P. Del Negro,
Identity and everyday life. Essays in the study of folklore, music and popular culture
Fabio Calzia, Uno sguardo al volume, pp. 49-62
Ignazio Macchiarella, Musica, identità e scenari della vita d’ogni giorno:poche osservazioni, pp. 63-70
Riferimenti bibliografici, pag. 71
John A. Sloboda,
Exploring the musical mind. Cognition emotion ability function
Mariateresa Storino, Lettura. Parte prima, pp. 75-88
Sara Gennaro, Lettura. Parte seconda, pp. 89-94
Roberto Caterina, Aspetti percettivi nel “ritorno al futuro” della psicologia della musica, pp. 95-102
Riferimenti bibliografici, pag. 103
Colin Symes,
Setting the record Straight. A material history of classical recording
Andrea Cremaschi e Francesco Giomi, Recensione, pp. 107-112
Riferimenti bibliografici, pag. 113
Laurence M. Zbikowski,
Conceptualising music: Cognitive structure, theory and analysis
Francesco Finocchiaro, Una lettura possibile, pp. 117-130
Michael Spitzer, Metaphor and musical thought
Luca Marconi, Ripensando la metafora musicale, pp. 131-142
Mario Baroni, Teorie della metafora in musica. Un percorso accidentato, pp. 143-153
Riferimenti bibliografici, pag. 154
Stéphane Roy, L’analyse des musiques électroacoustiques: Modèles et propositions (prefazione di Jean-Jacques Nattiez)
Laura Zattra, La ME in ipertesto, pp. 159-177; L’Analisi Estesica: approccio etico o emico? pp. 178-181
Riferimenti bibliografici, pg. 182-183
Discografia, pag. 184
Christine Wassermann Beirão,
Musikalische Idylle. Studien zu einem verborgenen Topos
Carlo Benzi, Alla ricerca di un topos musicale: l’idillio, pp 187-196
Guido Salvetti, Un topos tutto tedesco, pp. 197-200
Riferimenti bibliografici, pag. 201
Presentazione
Il presente fascicolo, come il precedente (2003/1) vede la luce al termine di un percorso fortunoso fra gli scogli di Scilla e Cariddi non ancora congiunti dal ponte berlusconiano.
Il primo problema da risolvere nella scelta dei libri da proporre all’attenzione dei lettori è di natura epistemologica: Come si fa, oggi, a decidere senza ombra di dubbio che un libro appartiene all’area della teoria e dell’analisi, ossia al campo di competenza della Rivista? Cosa si può intendere per “teoria” senza stendere troppo l’ombrello dei significati di questo termine? E – dall’altra parte – è possibile, oggi, scrivere (e leggere!) libri che non abbiano a che fare almeno un poco con la teoria e l’analisi? Quanto “poco” o “tanto” devono essere presenti in un libro un dichiarato dibattito teorico o qualche esempio di analisi perché il libro possa/debba essere preso in considerazione?
Recensioni a Yizhak Sadaï, Traité de sujets musicaux. Vers une épistémologie musicale
Oggetto del libro è un campo tematico che va dal discorso sul metodo, alla teoria della musica tonale, alla fenomenologia dello stile e della percezione musicale, ed implica fondamentalmente due tipi di orientamento: uno di natura sistemica, legato alle teorie razionaliste e quindi rassicurante per l’alto grado di predicibilità, ed uno più legato alla percezione che ci costringe a confrontarci con enigmi e paradossi e quindi con un grado “radicale” di incertezza.
Recensioni a John Butt, Playing with history. The historical approach to musical performance
Il saggio di Butt verte sull’approccio storico all’esecuzione musicale la historically informed performance – d’ora in poi HIP – o, in altri termini, come recita il sottotitolo, lo historical approach to musical performance. Non a caso Butt, classe 1960, è attivo anche come organista e clavicembalista e ha dedicato buona parte dei suoi studi a Bach, pubblicando Bach interpretation: articulation marks in the sources of J. S. Bach (1990) e Music education and the art of peformance in the German Baroque (1994). Non poteva per questo non avvertire il lieve senso di disagio che coglie anche i musicologi più onnivori quando si entra nel terreno ambiguo e sfuggente dell’interpretazione e porta loro inevitabilmente alla domanda: “Si tratta di un argomento musicologico?”.
Recensioni a Harris M. Berger, Giovanna P. Del Negro, Identity and everyday life. Essays in the study of folklore, music and popular culture
Il volume di Berger e Del Negro, ben strutturato e ricco di stimoli, offre un’interessante panoramica su importanti aspetti teorico-metodologici che riguardano alcuni recenti approcci nelle scienze etno-antropologiche. Il libro è suddiviso in cinque capitoli distinti in due parti ...
Recensioni a John Sloboda, Exploring the musical mind. Cognition emotion ability function
Nel rigoglioso panorama delle pubblicazioni sulla psicologia della musica Exploring the musical mind di John Sloboda puntella i diversi settori di interesse della disciplina attraverso le ricerche condotte dal suo autore nell’arco di un trentennio.
Il volume nasce da due ordini di ragioni apparentemente contraddittorie: al versante positivo della riflessione su questioni teoriche e metodologiche, che completano e oltrepassano lo stadio raggiunto da Sloboda nel suo precedente “assolo” The musical mind (1985) – noto sia a quanti si occupano di psicologia della musica sia a coloro che si sono accostati solo fugacemente a questa disciplina –, fa da contrappeso la decisione dell’autore di abbandonare l’attività di ricerca, dopo la pubblicazione del volume, per dedicarsi alla salvaguardia della pace nel mondo, quasi a smentire l’utilità della disciplina psicologica nella società civile. In realtà è in virtù dell’impegno etico che Sloboda generalizza il rapporto musica-mente ad un contesto più ampio che ingloba i due termini della relazione nella loro interezza e richiama gli scienziati alle loro responsabilità sociali.
Recensioni a Colin Symes, Setting the record Straight. A material history of classical recording
Le tecnologie elettroacustiche sono oggi presenti non soltanto nelle varie espressioni artistiche che hanno a che vedere con il suono ma in molte attività che caratterizzano uditivamente la vita sociale. Se da un lato questo appare come del tutto normale, meno ovvio è il fatto che esse travalichino il tradizionale ruolo di mezzo per condizionare in modo significativo, anche sul piano estetico, gli aspetti e le fasi della produzione musicale: tutto questo porta inevitabilmente ad una riformulazione degli stessi concetti coinvolti, a cominciare da quello di “opera” ...
Recensioni a Laurence M. Zbikowski e Michael Spitzer, Conceptualising music: Cognitive structure, theory and analysis e Metaphor and Musical Thought
Conceptualising Music di Lawrence Zbikowski è, tra gli studi più recenti, il più sistematico tentativo di integrazione dei risultati delle scienze cognitive in ambito musicologico. Il libro ha per argomento l’esplorazione della concettualizzazione musicale, quel processo cognitivo in virtù del quale le impressioni dell’ascolto assumono gradualmente la configurazione di strutture che rendono possibile la comprensione della musica.
Il libro di Michael Spitzer, Metaphor and Musical Thought, si articola in due parti: nella prima, “The metaphorical present”, viene presentata una rete di concetti teorici ricavati applicando alla musica le teorie contemporanee sulla metafora; nella seconda, “The metaphorical tradition”, le concezioni teoriche presentate nella prima parte vengono applicate alla storia della musica, concentrandosi soprattutto sulla tradizione austro-tedesca che va da Schütz a Wagner.
Recensione a Stéphane Roy, L’analyse des musiques électroacoustiques: Modèles et propositions
Il formato (215 mm x 135 mm x 37 mm) è quello di un libro “normale” e ricorda una delle ultime puntate della saga di Harry Potter, se non fosse per la sobrietà della copertina color lilla in cartoncino leggero, con autore e titolo in viola scuro che si stagliano su un pentagramma sfumato e una chiave di violino (la copertina di tutti i volumi di questa collana) ...
Recensioni a Christine Wassermann Beirão, Musikalische Idylle. Studien zu einem verborgenen Topos
Nel volume Musikalische Idylle. Studien zu einem verborgenen Topos (1999) Christine Wassermann Beirão muove dall’analisi dell’idillio letterario per ricercarne l’equivalente in campo musicale. L’autrice si fonda sulle teorie di Ignace Feuerlicht (1950) e di Hans Ulrich Seeber e Paul Gerhard Klussmann (1986) che hanno sostenuto l’esistenza di un principio idillico esteso a tutte le arti in grado di unificarle. Al momento della stesura del libro, la più ampia riflessione in ambito specificamente musicale era stata effettuata da Günther Massenkeil (1980), che evidenziava le relazioni fra l’idillio e l’ideale arcadico della felice vita pastorale nelle composizioni vocali della metà del secolo diciottesimo. La Beirão dichiara di volerne superare la prospettiva, poiché Massenkeil si concentra sulla rappresentazione musicale di idilli letterari e non ricerca, a differenza dell’autrice, una definizione dell’idillio musicale valida anche per brani strumentali. In assenza di un concetto condiviso dalla comunità musicologica, la Beirão prova a definirlo adattando le caratteristiche rilevate in campo letterario alle strutture del linguaggio musicale.