Valerio Tura, Mon vieux….! Bruno Maderna: un ritratto a più voci – Recensione a cura di Rossana Dalmonte

Recensione Tura

Il volume di Valerio Tura, Mon vieux….! Bruno Maderna: un ritratto a più voci, raccoglie 71 brevi interviste rilasciate all’autore del volume da personaggi importanti del mondo musicale contemporaneo, ossia 71 “ritratti” che il lettore è invitato a collegare fra loro al fine di ricavarne una propria immagine di Maderna, di seconda mano, ma autentico, in quanto composto in proprio dal lettore medesimo.

Questo obiettivo - dichiarato nel titolo - è sottolineato da una Introduzione nella quale Tura narra la propria esperienza con Maderna, la lettura e l’ascolto della sua musica, la letteratura critica che lo ha circondato fin dall’inizio della sua carriera, così offrendo al lettore un modello di ritratto, il proprio.

Non è un’Introduzione particolarmente estesa, ma in appena sei pagine l’autore, parlandoci di Maderna, ci offre un modello di lettura del libro assai vivace, tratto dalla esperienza e applicabile ad ogni personale lettura. Ne risulta un’immagine vivissima di Maderna come portatore di una “rivoluzione” nel lavoro direttoriale negli anni Cinquanta e Sessanta “per il suo approccio indubitabilmente dionisiaco verso la musica... grazie ai tratti peculiari della sua personalità: umanità, naturalezza, ironia, disponibilità”. Tura sottolinea la vasta cultura di Maderna, che spaziava da Gabrieli al jazz e alla sperimentazione più avanzata senza tuttavia esibirla, ma anzi utilizzandola con espressioni del linguaggio quotidiano, come, ad esempio, nella definizione di due suoi colleghi oboisti “voleva apparire come uno di noi”.

Tura ci propone la sua carrellata fra le descrizioni che altri hanno fatto di Maderna in ordine alfabetico per autore, senza che appaia alcun segno di consequenzialità temporale fra loro, così mettendo in rilievo quanto ogni giudizio debba essere considerato indipendente, di prima mano.

Il lettore quasi non si accorge che gli autori convocati da Tura appartengono a rami diversi della vita musicale: esecutori, compositori, critici coreografi, prevalentemente italiani o comunque attivi nella vita musicale italiana di un paio di decenni del Novecento, ossia nel periodo di più intensa attività di Maderna stesso. La varietà della provenienza dei personaggi intervistati, tuttavia, non turba, anzi si potrebbe dire che rafforzi, la coerenza del ritratto di Maderna che risulta dal lavoro di Tura: nonostante i punti di vista siano tanto diversi, il Maderna che ci offre questa silloge è quanto mai aderente alla figura di uno dei compositori più importanti del secondo Novecento, che inspiegabilmente è scomparso dalla programmazione dei teatri e dei mezzi di comunicazione di massa. C’è da augurarsi che la vicinanza del centenario della nascita e del cinquantesimo della morte riporti nella giusta luce la figura di Maderna attraverso i canali di trasmissione della vita musicale odierna.

 

Rossana Dalmonte

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