Anno 2008/1
Rivista di Analisi e Teoria Musicale
Anno XIV n. 1, 2008
SOMMARIO
Andrea Malvano, Dall’analisi alla riscrittura: l’orchestrazione di Webern del «Ricercare a sei voci» di Bach, pp. 7-21
Lauri Suurpää, L’arrivo alla tonica in due Preludi e due Fughe dal «Clavicembalo ben temperato» di Bach, pp. 23-38
Vasileios Kallis, Forma, tonalità “modificata”, modalità “non diatonica” in «Jeux d’eau» di Ravel, pp. 39-58
Domenico Giannetta, Il mondo è fatto a scale. Studio teorico sulle relazioni possibili fra scale e modi, pp. 59-86
Claudia Aristotile, «Cor mio deh non languire» di Battista Guarini nella produzione madrigalistica secentesca, pp. 87-112
Dall’analisi alla riscrittura: l’orchestrazione di Webern del «Ricercare a sei voci» di Bach
Quando Anton Webern nel 1934 decise di intraprendere la trascrizione orchestrale del Ricercare a sei voci tratto dall’Offerta musicale BWV 1079 di Johann Sebastian Bach, la scelta non parve affatto sorprendente. Già dagli anni Venti del Novecento Arnold Schönberg aveva indirizzato la seconda scuola di Vienna verso la riflessione sul linguaggio bachiano: risalgono rispettivamente al 1921 e al 1931 le orchestrazione dei Preludi Corali BWV 654 e BWV 631, e del Preludio e Fuga in mi bemolle maggiore BWV 552.
L’arrivo alla tonica in due Preludi e due Fughe dal «Clavicembalo ben temperato» di Bach
Questo studio esamina da due punti di vista diversi il modo di raggiungere la tonica conclusiva in due preludi e due fughe del primo volume del Clavicembalo Ben temperato di J.S. Bach: in un caso è analizzato il raggiungimento dell’area to-nale, nell’altro è analizzata la realizzazione conclusiva dell’accordo della tonica strutturale, inteso in senso schenkeriano.
Forma, tonalità “modificata”, modalità “non diatonica” in «Jeux d’eau» di Ravel
Steven Baur e Richard Taruskin hanno messo in rilievo l’uso di aspetti “non diatonici” della modalità in Jeux d’eau di Ravel [Taruskin 1987; Baur 1999]. Entrambi si sono riferiti all’impiego dell’ “accordo di Petruska” (così chiamato per la sua rilevante presenza nel balletto di Stravinskij), concentrandosi in particolare sulla sua funzione e sul suo statuto storico in Ravel. Baur discute anche la presenza del sistema scalare per toni interi in alcune parti del brano.
Il mondo è fatto di scale. Studio teorico sulle relazioni possibili fra scale e modi
Il concetto di scala è da sempre alla base del pensiero teorico musicale: dai tetracordi del sistema teleion nella Grecia classica ai modi ecclesiastici medioevali, dal Dodecachordon di Glareanus ai modi a trasposizione limitata di Messiaen, una successione ordinata di suoni, ascendente e/o discendente, è stata l’impalcatura sulla quale gli studiosi di ogni epoca hanno costruito gran parte dei sistemi teorici oggi conosciuti.
«Cor mio deh non languire» di Battista Guarini nella produzione madrigalistica secentesca
Il legame che intercorre tra un testo e la sua intonazione in forma di madri-gale ha stimolato negli anni numerosi ed autorevoli studi: mi riferisco in parti-colare ai contributi di Daniele Sabaino [1990], Walter Dürr [1994], Rossana Dalmonte – Massimo Privitera [1996], Paolo Cecchi [1997], Massimo Privitera [1994, 1999, 2003], Stefano La Via [1990, 1997, 2003, 2006].