Anno 2021/1

Rivista di Analisi e Teoria Musicale

Anno XXVII n. 1, 2021

Editoriale

Catherine Deutsch, Women in Music Analysis (versione italiana), pp. 9-14

Women in Music Analysis, pp. 15 - 22

Saggi

Mine Doğantan-Dack, Senses and Sensibility: The Performer’s Intentions Between the Page and the Stage, pp. 23-68

Paola Maurizi, Maria Grazia Sità, Su Das Jahr di Fanny Hensel: uno studio in due parti, pp. 69-118

Anna Maria Bordin, Susanne van Els, Karine Hahn, Ellen M. Stabell, Siri Storheim, Embodying the Score: Learning & Teaching Perspectives, pp. 119-154

Giusy Caruso, Una proposta di analisi performativa: intorno alle voci del compositore e del performer che svolge la propria pratica artistica come ricerca, pp. 155-192

Notizie sugli autori / Notes on contributors, pp. 193-198

Mine Doğantan-Dack - pag. 23-68

Senses and Sensibility: The Performer’s Intentions Between the Page and the Stage

If there is one trope that has become the lynchpin of the origin narratives of the young discipline of music performance studies, it is the idea that musical performance represents the “other” of the musical score. Many of the recent debates that effected a paradigm shift in music scholarship highlight the ontological and epistemological divergences between the score and musical performance, and also debunk the various myths and prejudices that have been woven around music performances and performers through the textualist paradigm, which essential- ised and naturalised the musical score as the holder of “the music” and the source of disciplinary knowledge

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Paola Maurizi – Maria Grazia Sità - pag. 69-118

Su Das Jahr di Fanny Hensel: uno studio in due parti

Fanny Hensel (1805–1847), eccellente musicista e compositrice non meno dotata del fratello Felix Mendelssohn Bartholdy, presenta un catalogo di ben 460 composizioni, ma fino a pochi anni fa solo una piccola quantità della sua musica era stata pubblicata. Fino al 1989, quando appare presso Furore Verlag la pubblicazione del primo manoscritto (MA Ms. 47), era sconosciuto anche Das Jahr (1841– 1842). Tuttavia, il primo calendario pianistico della storia della musica si è potuto apprezzare pienamente solo nel 2000 quando la stessa casa editrice ha pubblicato il facsimile della bella copia (MA Ms. 155) che contiene, su fogli di carta colorata, oltre la musica di Fanny le illustrazioni realizzate dal marito pittore Wilhelm Hensel (1794–1861) e versi poetici di vari autori.

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Anna Maria Bordin – Susanne van Els – Karine Hahn – Ellen M. Stabell – Siri Storheim - pag. 119-154

Embodying the Score: Learning & Teaching Perspectives

Every performer refers to the score to transform signs into sounds, rendering thoughts, body and feelings to this goal. In this process there is a moment when the performer goes beyond the score and transforms it into gestures and sounds by embodying it, revealing it as something that is embodied in blood, soul and thought before being transformed into an artistic event.

The aim of this case study is to explore what embodying the score can mean for a musician, by looking into a performance from a holistic perspective, observing the context in which the embodiment of the score is achieved, rather than embodiment as such, and interviewing the performer on the most important aspects of this process. It involves the analysis of the chosen score, and of its performance, as the result of an artistic process, and the investigation of the performer’s training context, above all in relation to the use of performative and learning strategies.

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Giusy Caruso - pag. 155-192

Una proposta di analisi performativa: intorno alle voci del compositore e del performer che svolge la propria pratica artistica come ricerca

Le riflessioni intorno al connubio tra analisi e performance musicale sono ad oggi oggetto di un dibattito aperto tra il mondo della musicologia, della ricerca artistica e degli studi sulla performance.
Attraverso una proposta di analisi performativa, il presente studio vuole fornire un contributo sul tema e sulle criticità (che poi sono anche le caratteristiche) della ricerca nelle arti, come i suoi linguaggi, proiettati verso l’evoluzione dei termini nel rispetto del contesto estetico-filosofico attuale, e dei suoi metodi, che non possono emarginare la voce del performer e il suo desiderio di voler comunicare conoscenza sulla performance a partire dalla propria esperienza creativa di ricerca artistica.

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