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Modalità e polifonia nella Missa Vinus vina vinum di Guillaume Faugues: un connubio possibile

Francesco Rocco Rossi - pag. 137-162

Con il presente articolo intendo contribuire al dibattito sul rapporto modalitàpolifonia nel XV secolo focalizzando l’attenzione su una messa di un compositore tardo quattrocentesco i cui comportamenti ‘modali’ sono talmente evidenti da prestarsi a considerazioni interessanti: Guillaume Faugues. Di lui ci sono pervenute sei messe a 4 voci – La basse danse, Le serviteur, Je suis en la mer, L’Homme Armé (2 versioni) e Vinus vina vinum – tutte anticipatrici di importantissime novità compositive: impiego di cantus prius factus strumentale (La basse danse), uso sistematico della parodia (Le serviteur e Je suis en la mer) e utilizzo del canone strutturale tenorcontra (L’Homme Armé, entrambe le versioni). Con tutta evidenza si trattava di un compositore ‘innovativo’ tanto da essere inserito – insieme a Ockeghem, Regis, Busnois, Dunstaple, Binchois, Du Fay – nel canone dei musicisti più rappresentativi formulato da Tinctoris nel prologo del Liber de arte contrapuncti [Seay 1975b, 12]. Alla sua continua e multiforme ricerca compositiva non sfuggì la sperimentazione modale che risulta messa in atto con particolare evidenza soprattutto nella Missa Vinus vina vinum il cui trattamento assume caratteri di tale perspicuità da fornire un codice ermeneutico per la comprensione di tutte le sue restanti messe.

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