Anno 2006/1

Rivista di Analisi e Teoria Musicale
Anno XII n. 1, 2006

Nuovi Studi Italiani

a cura di Mario Baroni

SOMMARIO

Tiziana Affortunato, La «via naturale delle relazioni armoniche»: l’Armonia di gravitazione di Roberto Lupi (1946), pp. 7-22

Alfonso Alberti, Eine blasse Wäscherin: un’analisi delle strategie timbriche, pp. 23-36

Mimma L. Bollella, Erraticità o determinazione nello Studio op. 25 n. 1 di Chopin, pp. 37-52

Marco Moiraghi, Osservazioni sulla forma e sullo stile delle Sonate di Paul Hindemith, pp. 53-72

Marco Russo, Webern neoclassico? Forma e struttura del Trio op. 20, pp. 73-98

Gaetano Stella, Alcuni aspetti formali nei Quartetti di Pietro Platania, pp. 99-118

Nicola Verzina, Tempo e senso della morte in Hermann Broch e Jean Barraqué, pp. 119-137

 

Tiziana Affortunato - pag. 7-22

La «via naturale delle relazioni armoniche»: l’Armonia di gravitazione di Roberto Lupi (1946)

Armonia di gravitazione è il titolo con cui a Firenze nel 1946 Roberto Lupi (Milano 1908 – Dornach 1971), pubblicò la sua teoria, il cui punto di partenza sono le leggi fisiche di generazione e di interrelazione dei suoni. L’autore, compositore, direttore d’orchestra, pianista e didatta, negli stessi anni ricopriva la cattedra di Armonia e Contrappunto, quindi di Alta Composizione, al Conservatorio Cherubini di Firenze; aveva inoltre all’attivo un’intensa attività di trascrizioni di musiche del passato strumentale italiano ...

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Alfonso Alberti - pag. 23-36

Eine blasse Wäscherin: un’analisi delle strategie timbriche

Il timbro è uno dei parametri musicali meno indagati nelle sue possibilità di rigorosa organizzazione. Vi è probabilmente per questo fatto una giustificazione oggettiva, cioè si può tranquillamente supporre che molti compositori compiano o abbiano compiuto le loro scelte timbriche in maniera più istintuale che logica, e comunque con un minor grado di organizzazione logica rispetto alle scelte armoniche, melodiche, ritmiche o formali ...

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Mimma L. Bollella - pag. 37-52

Erraticità o determinazione nello Studio op. 25 n. 1 di Chopin

Questa relazione presenta un’analisi dello Studio op. 25 n. 1 di Chopin attraverso l’applicazione della prassi analitica schenkeriana ed il suo confronto con la letteratura critica su questo brano. L’obiettivo è quello di tentare una valutazione di quanto del significato soggettivo (l’erraticità, il carattere incerto e casuale) evidenziato dalla critica possa filtrare attraverso una metodologia “forte” come quella schenkeriana ...

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Marco Moiraghi - pag. 53-72

Osservazioni sulla forma e sullo stile delle Sonate di Paul Hindemith

Esiste uno stile sonatistico nella musica di Paul Hindemith? Può essere riscontrata una coerenza nell’insieme di un corpus di ben quaranta sonate, quasi dieci ore di musica, composta nel corso di circa quarant’anni? Ci sono ragioni sufficienti per stabilire che l’uso così frequente del termine Sonata da parte di Hindemith indichi un atteggiamento compositivo unitario, un’organizzazione delle idee musicali riconducibile ad una medesima matrice stilistica? Che cosa significa Sonata, in ultima istanza, per colui che da molti è considerato il maggiore compositore tedesco del primo Novecento? ...

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Marco Russo - pag. 73-98

Webern neoclassico? Forma e struttura del Trio op. 20

Il Trio per violino, viola e violoncello op. 20 (1927) coincide con due momenti cruciali della produzione musicale di Webern. Da una parte, esso rappresenta il primo esempio di composizione dodecafonica integrale, segnando il momento a partire dal quale il compositore realizzerà sistematicamente una tabella completa delle 48 trasposizioni della serie originale (Es. 1); dall’altra coincide con l’abbandono dell’espressione vocale, utilizzata nelle precedenti composizioni a partire dall’op. 12 (Vier Lieder), unanimemente considerata durante la così detta “fase atonale” come l’unica modalità di scrittura possibile in alternativa alla forma aforistica strumentale ...

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Gaetano Stella - pag. 99-118

Alcuni aspetti formali nei Quartetti di Pietro Platania

Con il presente articolo intendo centrare l’attenzione su alcuni particolari aspetti formali della produzione quartettistica di un compositore oggi poco conosciuto, Pietro Platania. Nato a Catania nel 1828 e morto nel 1907, allievo prediletto di Pietro Raimondi (tanto da succedergli per sua precisa indicazione, sebbene dopo varie traversie, alla cattedra di contrappunto al conservatorio di Palermo), direttore dei conservatori di Palermo e Napoli, maestro di Cappella del Duomo di Milano, Platania fu compositore versatile e dotto, stimato come teorico e come pratico da “colleghi” quali: Casamorata, Lauro Rossi, Bottesini, Mercadante, Basevi solo per citarne alcuni. Fu inoltre il più giovane tra i compositori interpellati da Giuseppe Verdi per la Messa per Rossini per la quale scrisse il Sanctus ...

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Nicola Verzina - pag. 119-137

Tempo e senso della morte in Hermann Broch e Jean Barraqué

Il presente contributo è il risultato parziale di una ricerca in corso sull’opera del compositore francese Jean Barraqué che è solo agli inizi e dunque non ha pretesa di esaustività. In questa sede l’intento è quello di tentare di mettere in luce i rapporti esistenti fra alcune problematiche sollevate dal romanzo filosofico-esistenziale di Hermann Broch, La morte di Virgilio, e la musica scritta da Jean Barraqué, che si basa sulla seconda parte del libro, intitolata “Fuoco – La discesa” ...

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