«Diversità di cose». Composizione e improvvisazione nella musica per danza del Quattrocento
I trattati coreici del Quattrocento tramandano delle indicazioni specifche per l’ornamentazione e l’improvvisazione della danza, ma anche delle tracce rilevanti in merito alla prassi compositiva della musica per danza. In questo studio vengono esaminati alcuni aspetti teorici come i movimenti naturali e accidentali, il vodo (il levare) e il pieno (il battere) nella musica e nel passo, la consonanza e la dissonanza nella danza, il carattere della musica per bemolle e per bequadro nei gesti e nei passi coreografci, la versatilità dei tempi e la funzione del tenorista a sostegno dell’improvvisazione musicale. Per indagare sulla pratica specifca del comporre musica per danza, e con l’obiettivo di superare alcune considerazioni infondate, si esaminano e trascrivono La bassa di Castiglya, componimento a due voci del manoscritto bolognese Q 16, e La hault dalemaigne, componimento a tre voci di Mathurin Forestier (ca.1470-ca.1530) presente nei Canti C (1504) di Ottaviano Petrucci. La prima rappresenta la versione meno conosciuta di Falla con misura, celebre duo sul tenor del Re di Spagna presente nel ms 431 della Biblioteca Comunale Augusta di Perugia, ed erroneamente ritenuta una sua copia. La seconda, sconosciuta agli specialisti, è da incorporare all’esiguo corpus di realizzazioni contrappuntistiche di alta danza.
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