Anno 2021/2

Rivista di Analisi e Teoria Musicale

Anno XXVII n. 2, 2021

Saggi

Paolo Teodori, Dissonanze in cadenza e tirate di legature nelle Sonate a tre, op. 3 di Arcangelo Corelli: le regole del contrappunto e l’invenzione 7, pp. 7-40

Alessandro Bertinetto, Improvvisare l’emozione nel suono. L’espressività musicale tra teoria della persona ed enattivismo, pp. 41-66

Massimiliano Locanto, «Scala naturale e scala temperata». Le tonalità neutre di Domenico Alaleona tra positivismo e idealismo, pp. 67-116

Andrea Stefano Malvano, Athematic Cyclicism “à la Debussy”. Construction, function, and perception of some recurring intervals in the Sonata for Flute, Viola, and Harp, pp. 117-146

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Recensioni

Carlo Serra, Come suono di natura. Metafisica della melodia nella Prima Sinfonia di Gustav Mahler, di Santi Calabrò, pp. 151-159

Kyle Gann, The Arithmetic of Listening. Tuning Theory & History for the Impractical Musician, di Gianluca Dai Prà, pp. 160-168

Paolo Teodori - pag. 7-39

Dissonanze in cadenza e tirate di legature nelle Sonate a tre, op. 3 di Arcangelo Corelli: le regole del contrappunto e l’invenzione

The aim of the study is to analyze some specific aspects of Corelli’s style, remaining close to the references of his time, i.e. by considering the trends of the current style and the crystallization of these trends in contemporary treatises on counterpoint. The analysis was systematically conducted on two contexts in which Corelli commonly uses suspended dissonance: the final cadence and the descending chain of suspensions. 

 

Scopo dello studio è di analizzare alcuni aspetti specifici dello stile di Corelli, rimanendo vicini ai riferimenti del suo tempo, considerando quindi le tendenze dello stile corrente e il cristallizzarsi di tali tendenze nella trattatistica coeva dedicata al contrappunto. L’analisi è stata condotta sistematicamente su due contesti nei quali Corelli usa comunemente la dissonanza in sincope: la cadenza finale e la catena discendente di dissonanze in sincope. Nel caso della cadenza la formula viene quasi sempre affidata alle parti superiori, mentre nelle catene di dissonanze viene disposta in una qualsiasi coppia di voci; la realizzazione della terza parte è seguente, come già era comune nella pratica della polifonia cinquecentesca. 

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Alessandro Bertinetto - pag. 41-66

Improvvisare l’emozione nel suono. L’espressività musicale tra teoria della persona ed enattivismo

After presenting the main theoretical orientations in the contemporary philosophical debate on the topic of musical expressiveness, in this article I will discuss the solution to the question of musical expressiveness that, also considering recent developments in the field of musical psychology, I take as the most interesting and compelling one: the person theory. Finally, by resorting to the enactivist theories of human mind, I will suggest that an improvisational dimension, linked to the concrete situativity of performative (inter)action, is proper to musical expressiveness.

 

Dopo aver presentato i principali orientamenti teorici nel dibattito filosofico contemporaneo sul tema dell’espressività musicale, in questo articolo discuterò la soluzione alla questione dell’espressività musicale che, considerando anche i recenti sviluppi nel campo della psicologia musicale, assumo come la più interessante e convincente: la teoria della persona. Infine, ricorrendo alle teorie enattiviste della mente, suggerirò che una dimensione improvvisativa, legata alla concreta situatività dell’(inter)azione performativa, sia tipica dell’espressività musicale.

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Massimiliano Locanto - pag. 67-115

«Scala naturale e scala temperata». Le tonalità neutre di Domenico Alaleona tra positivismo e idealismo

The theory of the tonalità neutre (neutral keys) exposed by the Italian composer and musicologist Domenico Alaleona in 1911 was one of the first attempts to explain “modern” (post-tonal) harmony according to entirely different principles than those of traditional tonal harmony. Alaleona’s theory has been the subject of several comments and descriptions, and many scholars have highlighted its innovative character. However, so far little attention has been paid to an aspect that plays acrucial role within it: the acoustic basis — natural or tempered — underlying the practice of modern harmony. 

 

La teoria delle tonalità neutre esposta dal compositore e musicologo Domenico Alaleona nel 1911 fu una delle prime interpretazioni dell’armonia “moderna” (post-tonale) basata su princìpi del tutto avulsi da quelli della tradizionale armonia tonale. Essa è stata più volte oggetto di commenti e descrizioni esaustive e molti studiosi ne hanno evidenziato il carattere fortemente innovativo. Tuttavia, finora si è prestata poca attenzione a un suo nodo teorico cruciale: la questione della base acustica, naturale o temperata, sottesa alla pratica armonica moderna. In questo saggio, quindi, la teoria di Alaleona è riconsiderata tenendo maggiormente in conto questo aspetto. 

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Andrea Stefano Malvano - pag. 116-145

Athematic Cyclicism “à la Debussy”. Construction, function, and perception of some recurring intervals in the Sonata for Flute, Viola, and Harp

This paper intends to demonstrate how the tritone in the Debussy’s Sonata for Flute, Viola and Harp becomes a tool of the memory, capable of revealing an underlying cyclical unity. The analysis consolidates Jean-Louis Leleu’s insights (Leleu 2017), reinterpreting the function of some recurring intervals in the construction of the Sonata. What emerges is a path of progressive revelation of a few supporting elements, in particular the α interval [6–0], which gradually shed their themes to reveal a distinctive identity. So far, the cyclical nature of the work has been evaluated only with regard to the resumption of the theme of the Pastorale in the epilogue. But the analysis of this paper highlights a much denser network of links, which tends to go beyond the thematic dimension, to favor a substantially athematic connection. 

 

L’articolo si propone di dimostrare come il tritono nella Sonate pour flûte, alto et harpe di Debussy diventi uno strumento della memoria, capace di rivelare una ciclicità soggiacente. L’analisi consolida le intuizioni di Jean-Louis Leleu (Leleu 2017), reinterpetando tuttava la funzione di alcuni intervalli ricorrenti nella costruzione della Sonate. A emergere è un percorso di progressiva rivelazione di pochi elementi portanti, in particolare l’intervallo α [6–0], che gradualmente si spogliano dei loro temi per svelare un’identità distintiva. Finora la ciclicità dell’opera è stata valutata solo in merito alla ripresa del tema della Pastorale nell’epilogo. Ma l’analisi dell’articolo evidenzia una rete di legami molto più fitta, che tende a superare la dimensione tematica, per privilegiare un collante sostanzialmente atematico.

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