Anno 2023/2

Rivista di Analisi e Teoria Musicale

Anno XXIX n. 2, 2023

INDICE

Editoriale di Antonio Grande, pp. 7-16

Prefazione

Leonella Grasso Caprioli, Uno sguardo di sistema: la ricerca artistica e il Processo di Bologna, pp. 17-26

Saggi

Per Dahl, The score and the performer’s communication. Artistic freedom in a semiotic perspective, pp. 27-56

Mine Doğantan-Dack, About Time: Artistic Research and the Contemporary University, pp. 57-90

Paul Craenen, Finalità creative e sociali nelle proposte di ricerca di studenti di performance musicale. Lo stato dell’arte nel dibattito sui percorsi formativi nell’alta formazione musicale, pp. 91-132

Agostino Di Scipio, Ricerca Artistica Musicale e Ricerca sulle Tecnologie della Musica, pp. 133-177

Imogen Morris, Does Size Really Matter? Choosing Recorders for Vivaldi’s Chamber Concerti in Sharp Keys, pp. 179-210

Recensioni

Giusy Caruso, La ricerca artistica musicale. Linguaggi e metodi, LIM 2022, di Anna Maria Ioannoni Fiore, pp. 213-222

Notizie sugli autori / Notes on contributors pp. 223-226

Antonio Grande - pag. 7-16

Editoriale

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Per Dahl - pag. 27-56

The score and the performer’s communication. Artistic freedom in a semiotic perspective

The performer’s freedom is a balance between individual freedom and stylistic and contextual awareness of possible artistic expressions. In classical music, the notation system has been cultivated throughout the centuries. The composer’s notation represents a significant loss of information that the musician must try to compensate.

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Mine Doğantan-Dack - pag. 57-90

About Time: Artistic Research and the Contemporary University

The contemporary university has been an inextricable component of the critical discourses on the emergence, nature and role of Artistic Research in the twenty-first century. However, there has not been any recognition of the fact that universities are now permeated globally by neoliberal managerial practices, with detrimental consequences for the physical and mental well-being of academics, and that broadly speaking, artist-researchers continue to flourish in spite of, rather than because of, the institutional environments and circumstances that the contemporary academia affords them.

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Paul Craenen - pag. 91-132

Finalità creative e sociali nelle proposte di ricerca di studenti di performance musicale. Lo stato dell’arte nel dibattito sui percorsi formativi nell’alta formazione musicale

Le trasformazioni della cultura globale e le mutevoli priorità della politica educativa hanno portato, negli ultimi decenni, a diverse campagne di riforma dei programmi di studio nell’istruzione musicale superiore. Vi sono stati tentativi di integrare elementi di ricerca, imprenditorialità e insegnamento basato sullo studente in quadri curricolari che tradizionalmente si concentravano sul raggiungimento dell’eccellenza artistica attraverso modelli del tipo maestro-allievo. Recentemente, l’enfasi nella progettazione dei programmi curricolari sembra essersi spostata sul ruolo potenziale dei musicisti strumentisti come artisti creativi e “impegnati”.

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Agostino Di Scipio - pag. 133-177

Ricerca Artistica Musicale e Ricerca sulle Tecnologie della Musica

Questo capitolo affronta la portata e l’impatto della Ricerca Artistica in Musica (ARM) come campo di interesse scientifico e, soprattutto, come pratica culturale del nostro tempo. Più in particolare, si concentra sullo scarso peso che le genealogie accademiche dell’ARM riconoscono agli sviluppi solitamente associati alla Ricerca Tecnologica Musicale (MTR), che non sono allineate con le semplicistiche e pervasive visioni tecnocratiche, né assorbite interamente da questioni ingegneristiche.

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Imogen Morris - pag. 179-210

Does Size Really Matter? Choosing Recorders for Vivaldi’s Chamber Concerti in Sharp Keys

La possibilità che i flauti dolci contralto in sol’, o Alti in Sol, siano coesistiti nel XVIII secolo accanto all’Alto in Fa, è stata oggetto di un ampio dibattito tra esecutori, costruttori e ricercatori. Nel 2007, Federico Maria Sardelli ha avanzato l’ipotesi che Antonio Vivaldi abbia scritto i suoi concerti da camera in tonalità diesis per l’Alto in Sol, riservando quelli in tonalità bemolle per l’Alto in Fa. Tuttavia, la sua argomentazione si basa sulla tecnica moderna del flauto dolce, oltre che su una superficiale consultazione delle fonti storiche sull'argomento. Inoltre, egli non prende in considerazione l'impatto che una diversa dimensione del flauto può avere sul timbro e sull'espressione.

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