Recensione di Jean Jacques Nattiez, Analyses et interpretations de la musique. La melodie du berger dans le Tristan et Isolde de Richard Wagner, Vrin, Paris 2013, 401 pp.
E' sicuramene singolare l’idea di dedicare un libro di 401 pagine alle 42 battute dell’assolo di corno inglese del Tristano di Wagner, ma quando chi ha partorito questa idea singolare si chiama Jean-Jacques Nattiez, allora la cosa rischia di farsi seria e la decisione di parlarne può avere qualche ragion d’essere. Direi che le prin- cipali ragioni siano due: la prima è che questo insieme impressionante di dati ci rivela quanto siano ricchi, complessi e anche mirabilmente sintetici i meccanismi di comunicazione della musica: in effetti ogni buon conoscitore di Wagner nei pochi minuti che dedica, durante lo spettacolo, a questo stupefacente inizio del terzo atto riesce a cogliere per intuizione la parte essenziale di ciò che Wagner intendeva comunicargli, ma se questo stesso conoscitore decidesse di parlarne con competenza e senza inutili giri verbali, allora le 400 pagine di Nattiez gli servirebbero proprio tutte. La seconda ragione per la quale vale la pena di parlare di questo volume è che esso applica concretamente i principi teorici della semiologia del suo autore e in questo caso la pratica, come si suol dire, vale più della teoria, perchè permette di entrare nel vivo dei problemi e di chiarificarli fino in fondo.