Anno 2017/1

Rivista di Analisi e Teoria Musicale
Anno XXIII n. 1, 2017

Saggi

Giovanni Doro, Strategie compositive del contrappunto BWV 1076 Canon triplex á 6 voc. di J. S. Bach, pp. 7-35

Mario Baroni, Roberto Caterina, Fabio Regazzi, How to Analysis Opera and its Inherent Emotions, with Examples Taken from Handel's Giulio Cesare, pp. 37-69

Federico Gon, «Melodia semplice, ritmo chiaro»? Alcune (ri)considerazioni sul tòpos del crescendo rossiniano, pp. 71-96

Angela Carone, La ricezione e di Luigi Dallapiccola nella musica di Luciano Berio: alcune osservazioni analitiche, pp. 97-116

Massimiliano Locanto, Dissenting Variations. The Rethoric of New Musicology, pp. 117-149

Interventi: Didattica dell'Analisi Musicale

Anna Maria Bordin, Giuseppe Sellari, La formazione pianistica di base: indagine pedagogica e analitica sulle metodologie didattiche in uso in Italia, pp. 151-168

Notizie sugli autori / Notes on Contributors, pp. 169-174

Giovanni Doro - pag. 7-35

Strategie compositive del contrappunto BWV 1076 Canon triplex á 6 voc. di J. S. Bach

L’articolo affronta l’analisi del Canon triplex á 6 voc. (BWV 1076) di Johann Sebastian Bach, evidenziando le strategie di programmazione utilizzate dall’autore e i presupposti logico-matematici che stanno alla base di questo celebre canone. In particolare, vengono analizzate le  condizioni generali di esistenza  dei procedimenti contrappuntistici e le regole che consentono di programmare gli esiti di questi artifici canonici.

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Mario Baroni, Roberto Caterina, Fabio Regazzi - pag. 37-69

How to Analyse Opera and its Inherent Emotions, with Examples Taken from Handel’s Giulio Cesare

Nel corso degli ultimi decenni, l’attenzione degli analisti si è concentrata soprattutto sui repertori della musica strumentale, lasciando in secondo piano l’analisi della musica operistica. Parallelamente, la musicologia storica ha approfondito lo studio della drammaturgia e di altri aspetti dell’arte operistica, mentre nuovi indirizzi di ricerca hanno messo in rilevo la centralità dell’analisi della performance rispetto a quella della partitura. Questo articolo intende proporre un metodo d’esame dell’opera teatrale basato sulla convergenza dell’analisi della partitura, dell’esecuzione vocale e dei gesti dei cantanti.

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Federico Gon - pag. 71-96

«Melodia semplice, ritmo chiaro»? Alcune (ri)considerazioni sul tòpos del crescendo rossiniano

Il crescendo rossiniano è una sorta di “marchio di fabbrica” del suo autore, un espediente copiato – e abusato – da generazioni di compositori successivi perché considerato di facile imitazione e di sicuro impatto sugli ascoltatori. In realtà, il procedimento che permette la riuscita del crescendo “alla Rossini” è ben più sottile e ingegnoso di quanto si pensi, e per niente in linea con la famosa massima “melodia semplice – ritmo chiaro” con cui egli stesso etichettò il suo modus operandi compositivo.

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Angela Carone - pag. 97-116

La ricezione di Luigi Dallapiccola nella musica di Luciano Berio: alcune osservazioni analitiche

Come altri musicisti della sua generazione, Luciano Berio riconobbe a Luigi Dallapiccola il merito di aver giocato un ruolo decisivo nel processo di avvicinamento dei giovani compositori italiani alla dodecafonia. Nel 1952, Berio frequentò le lezioni che Dallapiccola tenne al Berkshire Musical Festival (Tanglewood). I due musicisti condividevano un forte interesse per James Joyce: nel 1950 Dallapiccola aveva scritto un saggio in cui illustrava gli aspetti “musicali” della sua prosa, e il documentario per la radio Omaggio a Joyce, realizzato da Berio nel 1958, è (anche) il risultato della lettura di questo testo di Dallapiccola.

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Massimiliano Locanto - pag. 117-149

Dissenting Variations. The Rhetoric of New Musicology

Il saggio affronta il mutamento di paradigmi cui la musicologia andò incontro tra gli anni ’80 e ’90 negli Stati Uniti, dando vita alla cosiddetta New Musicology. Questo fenomeno viene descritto come l’esito di un movimento di dissenso nei confronti di un’ideologia conservatrice. Nella prima parte dell’articolo viene descritto il sistema di consenso contro il quale i new musicologists reagirono. Successivamente vengono evidenziate alcune strategie retoriche tipiche della loro critica alla “vecchia” musicologia.

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