Che vuol dire "musica elettronica dal vivo?" Liveness e agentività nell'ecosistema performativo
Questo scritto propone uno sguardo transdisciplinare sulle pratiche performative profondamente tecnicizzate della musica elettronica dal vivo (live electronic music o live electronics, e pratiche limitrofe di arte sonora), di cui considera le forme, storicizzate e non, come ambito di prassi estetica massimamente rappresentativo delle condizioni odierne della liveness (il carattere “vivente” della performance). Si inizia con alcune coordinate terminologiche e storico-musicali, evidenziando spunti critico-teorici importanti e luoghi comuni problematici.
Si pone poi l’interrogativo centrale: cosa c’è di vivente nella musica elettronica dal vivo? affrontandolo in una prospettiva sistemica, secondo istanze disciplinari ed epistemologiche diverse (cibernetica, biologia teorica, neo-cognitivismo, neo-fenomenologia, ecc.). L’insieme delle risorse umane, tecnologiche e ambientali della performance viene denotato come dispositivo performativo, cioè come insieme ibrido interconnesso (“rete”) e come unità sistemica in relazione di interdipendenza operativa con l’ambiente specifico (“ecosistema”). L’analisi porta sulla dinamica di relazione che lega circolarmente le agenzie (umane e non- umane) nel dispositivo performativo, e individua infine una “nozione forte della liveness” nella agentività ecosistemica emergente dall’interazione fra performers, macchine (strumenti, sistemi elettroacustici e informatici) e spazio circostante (elementi specifici dell’ambiente materiale). Lo scritto termina proiettando l’insieme ibrido e reticolare dell’ecosistema performativo nel quadro complessivo della “condizione tecnologica” dell’esperienza individuale e collettiva, propria della fase storica attuale, e indicando dunque nelle pratiche live electronics un ambito creativo emblematico della generale ecologizzazione della tecnica e dell’altrettanto generale tecnicizzazione del sensibile nella dimensione biopolitica contemporanea.