Anno 2004/1

Rivista di Analisi e Teoria Musicale
Anno X n. 1, 2004

 

Le «strutture tonali»nei repertori polifonici  

a cura di Piero Gargiulo e Marco Mangani

Premessa, pp. V-VII

Piero Gargiulo, «Quello che sia modo». Teoria modale e prassi polifonica nella trattatistica del primo Cinquecento, pp. 3-18

Marco Mangani, Le «strutture tonali» della polifonia: appunti sulla riflessione novecentesca e sul dibattito attuale, pp. 19-40

Margaret Bent, La grammatica della musica antica: presupposti per l’analisi (trad. di Marco Mangani), pp. 41-94

Frans Wiering, La concezione interna ed esterna dei modi (trad. di Daniela Capogreco e Massimo Privitera), pp. 95-116

Marco Della Sciucca, Modi e articolazioni (interruptiones) delle specie nel Lucidarium di Marchetto da Padova, pp. 117-136

Francesco Rocco Rossi, Modalità e polifonia nella Missa Vinus vina vinum di Guillaume Faugues: un connubio possibile, pp. 137-162

Rodobaldo Tibaldi, Sulla prassi liturgico-musicale del primo Seicento: modi e toni nella Cartella musicale e nell’Organo suonarino di Adriano Banchieri, pp. 163-196

 

Piero Gargiulo, Marco Mangani - pag. v-vii

Premessa

Il termine inglese tonality e l’aggettivo tonal che ne deriva presentano una rilevante sfumatura semantica rispetto ai termini italiani «tonalità» e «tonale». Questi ultimi, infatti, si riferiscono tanto al concetto astratto («la tonalità armonica», «il sistema tonale») quanto al dato concreto («la tonalità di Re minore» etc.); non così in inglese, dove, quando ci si riferisce al dato concreto, si preferisce il termine key (major keykey signature etc.). Per avere un’idea più chiara di ciò che stiamo affermando, basti pensare al seguente esempio: nel manuale in linea del più diffuso programma informatico per la videoscrittura musicale e la realizzazione di file MIDI non si trova alcuna occorrenza del sostantivo tonality e l’aggettivo tonal compare un’unica volta, all’interno della parola composta microtonal; il termine key ricorre invece 96 volte ...

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Piero Gargiulo - pag. 3-18

«Quello che sia modo». Teoria modale e prassi polifonica nella trattatistica del primo Cinquecento

Nel Compendiolo di molti dubbi, segreti et sentenze intorno al canto fermo et figurato (c. 1550) Pietro Aaron dedica un’unica citazione a Marchetto da Padova, l’insigne trattatista trecentesco: "Conchiudendo per la sentenza di Marchetto Padovano, che quando un canto harà maggiore ascenso, che discenso, senza alcun dubbio esso sara chiamato Autentico. Et se parte maggiore sarà nel graue, si dirà Plagale, la quale Oppenione da ogni Auttore è confermato." ...

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Marco Mangani - pag. 19-40

Le «strutture tonali» della polifonia: appunti sulla riflessione novecentesca e sul dibattito attuale

L’analisi della chanson di Du Fay Helas ma dame che Heinrich Besseler proponeva nel 1950 (si veda in questo volume l’Es. 7 dell’articolo di Margaret Bent) sintetizza efficacemente l’approccio alle «strutture tonali» della polifonia antica che, sulla scia di Hugo Riemann, fu seguito in misura prevalente nella prima metà del ventesimo secolo (Korte 1929) ...

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Margaret Bent - pag. 41-94

La grammatica della musica antica: presupposti per l’analisi

Indice dell'articolo:
1. Storia e analisi
2. La grammatica diadica del contrappunto
3. Teoria e prassi
4. Ascolto ed esecuzione
RIferimenti bibliografici

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Frans Wiering - pag. 95-116

La concezione interna ed esterna dei modi

Si è spesso affermato che il sistema modale fu chiaramente il fondamento della «polifonia vocale classica». La più comune obiezione a questa idea è che esistono contraddizioni di ogni tipo nelle fonti teoriche. E la più comune confutazione è che queste contraddizioni sorgono a livello del discorso intellettuale e non della pratica musicale. Ma, per seguire l’importante distinzione di Harold Powers, il sistema modale non è oggettivo («etic»), ma mutuato da un altro contesto culturale («emic») ...

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Marco Della Sciucca - pag. 117-136

Modi e articolazioni (interruptiones) delle specie nel Lucidarium di Marchetto da Padova

Marchetto da Padova scrive il suo Lucidarium tra Cesena e Verona in un arco di tempo compreso tra il 20 maggio 1317 e l’11 luglio 1318 [Herlinger 1985, 3–4; Strunk 1974, 39–43; Pirrotta 1955], in un ambiente culturale, quello romagnoloveneto, decisamente stimolante sotto vari aspetti della cultura [Vecchi 1987]. È un trattato dalla tipica impostazione scolastica, sebbene non esplicitamente presentato come tale [Powers 2001, 794], con struttura e disposizione di osservazioni e precetti nei classici modi retorici della trattatistica medievale [Herlinger 2001a] ...

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Francesco Rocco Rossi - pag. 137-162

Modalità e polifonia nella Missa Vinus vina vinum di Guillaume Faugues: un connubio possibile

Con il presente articolo intendo contribuire al dibattito sul rapporto modalitàpolifonia nel XV secolo focalizzando l’attenzione su una messa di un compositore tardo quattrocentesco i cui comportamenti ‘modali’ sono talmente evidenti da prestarsi a considerazioni interessanti: Guillaume Faugues ...

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Rodobaldo Tibaldi - pag. 163-196

Sulla prassi liturgico-musicale del primo Seicento: modi e toni nella Cartella musicale e nell’Organo suonarino di Adriano Banchieri

Questo contributo null’altro vuole essere che una riflessione personale sugli scritti di Banchieri ed è, naturalmente, in gran parte debitore agli studiosi sopra menzionati; a tale scopo vorrei tentare un discorso di carattere sintetico partendo da un presupposto che, ben noto a tutti i lettori di Banchieri, viene forse talvoltamesso in secondo piano, ovvero la finalità eminentemente pratica dei suoi scritti ...

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